Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 16 aprile 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Nuova acquisizione sul controllo ipotalamico del comportamento aggressivo maschile. Sono note varie aree cerebrali implicate nella genesi dell’attacco in risposta a minacce sociali, ma poco si sa sull’aggressione che origina apparentemente come scelta volontaria. Dayn Lin, con Annegret L. Falkner e colleghi, hanno accertato e dimostrato che la parte ventromediale dell’ipotalamo ventromediale (VMHvl), una regione implicata da studi precedenti nelle azioni di attacco, può anche guidare il comportamento flessibile di ricerca dell’aggressione. Quando topi maschi imparano un compito che consente loro di ottenere opportunità per attaccare un “bersaglio”, l’attività in VMHvl traccia e modula bidirezionalmente il comportamento di ricerca che li condurrà ad un nuovo attacco. [Cfr. Nature Neuroscience 19, 596-604, 2016].

 

La ragione delle differenze fra uomini e donne nella memoria visuospaziale e di esplorazione. Sono state proposte tre possibilità per spiegare le migliori prestazioni degli uomini: 1) vantaggio di elaborazione legato alle dimostrate maggiori abilità di rotazione spaziale astratta dei maschi (supposta influenza del testosterone); 2) fattori emozionali interferenti con lo stato dell’umore; 3) maggiore competenza spaziale dei maschi. Ricercatori dell’Università de L’Aquila e della Fondazione Santa Lucia di Roma, impiegando l’influenza affettivo-emotiva della musica su prestazioni a test standard, hanno ottenuto risultati che sembrano escludere i fattori emozionali quali causa delle differenze. [Palmiero M. et al. Exp Brain Res - Epub ahead of print Apr 6, 2016].

 

Effetti di ormoni ed esercizio fisico sulla plasticità strutturale dell’ippocampo. Il ruolo cruciale dell’ippocampo nella cognizione e, in particolare, nella memoria e nell’apprendimento è noto da decenni, ed è bene stabilita l’assoluta importanza della neurogenesi adulta ippocampale per la formazione e la conservazione di nuovi apprendimenti. Gli effetti di modulatori intrinseci, quali gli ormoni, e di modulatori estrinseci, come l’esercizio fisico, realizzano una regolazione della plasticità strutturale dell’ippocampo, in generale, e della sua neurogenesi in particolare. Gli studi più recenti hanno compreso l’importanza di analizzare nel dettaglio tutte le variabili principali relative a questi fattori, perché da esse dipende l’effetto che realmente si produce in vivo (Cfr. Triviño-Paredes J., Front Neuroendocrinol. Mar 14 pii: S0091-3022(16) 30007-30009, 2016). Ad esempio, nel caso dell’esercizio fisico, per valutarne l’efficacia non bastano riferimenti generici come quelli dei consigli salutistici diffusi dai media, ma è necessario conoscere il regime di carico, la durata e l’intensità in rapporto alle fasi del giorno, al sesso, all’età e allo stato psicologico del soggetto; la presenza concomitante di fattori di stress o di condizionamento in rapporto all’esercizio; la presenza malattie, ecc.

 

In Australia varate linee-guida per la demenza nella pratica clinica.  In Australia circa il 9% delle persone di oltre 65 anni è affetto da demenza. Questa alta prevalenza ha indotto l’elaborazione di linee-guida che sono state poi approvate dal National Health and Medical Research Council. In sintesi: si sottolinea l’importanza 1) della diagnosi precoce e di verifiche diagnostiche; 2) di curare la qualità della vita per ritardare il declino cognitivo; 3) di preferire in prima istanza un intervento non farmacologico, formando il personale sanitario ad un approccio centrato sulla persona; 4) formare e supportare familiari e curanti, al fine di ottenere le migliori condizioni possibili di vita e trattamento. [Laver K., et al. Med J. Aust. 204 (5): 191-193, 2016].

 

La purezza come stato della mente può influenzare la fisiologia dell’organismo? Una pletora di studi negli ultimi 20-30 anni ha rilevato importanti correlati fisiologici sistemici e bioumorali di stati della mente normali e patologici. Alcuni stati mentali, individuati mediante patterns di funzione cerebrale, influenzano in maniera significativa le funzioni del sistema immunitario, modificando parametri di reattività e probabilità di malattia. Tali stati, che non di rado presentano profili di funzione neuromotoria, neurovegetativa, neuroendocrina e metabolica particolari, potrebbero essere studiati come “stati dell’organismo”, integrando metodi e risultati delle neuroscienze con quelli della psiconeuroimmunologia, della psiconeuroendocrinologia, delle branche di studio che indagano la fisiologia e la biologia cellulare e molecolare del sistema gastroenterico, ecc. In un recente incontro dei nostri soci è stata prospettata la possibilità di studiare lo stato mentale e psico-fisico che si accompagna alla purezza.

La definizione di un tale stato sarebbe un compito arduo se il concetto da noi espresso non corrispondesse già ad una “nozione operativa” o di intesa, accettata nella sua provvisorietà di “significato da definire ulteriormente”. Secondo quanto è emerso dalla discussione, si ritiene pura una persona costantemente orientata alla sincera ricerca del bene nel rapporto con gli altri e con la realtà circostante, senza strumentalità, senza secondi fini, senza tornaconto economico, sessuale, di potere, di prestigio, di convenienza o di affettività egoistica.

È stato discusso il rapporto fra la purezza e lo stato psicofisico di arousal sessuale, sia nei casi in cui questo rimane latente e potenzialmente attivo nelle persone dai costumi morali molto liberi, sia nei casi in cui costituisce una condizione presente in coloro che lo coltivano o sono prossimi alla sexual addiction. Operata una distinzione semantica e concettuale fra castità e purezza, la riflessione è stata incentrata sui correlati psichici, neuroendocrini e neurovegetativi salienti che si accompagnano a tali condizioni. Si è convenuto che l’assetto funzionale complessivo di pre-eccitazione erotica orienta psichicamente, influenzando anche l’ideazione, verso l’oggetto di attrazione, che assume un valore prioritario (spesso inconsapevolmente) rispetto al soggetto presso il quale tale oggetto, con il suo potere evocativo, è virtualmente collocato. Questa influenza, spesso inconscia, causa un orientamento cosciente, che volge di frequente al compromesso fra il bene maggiore altruistico e il vantaggio derivante dalla soddisfazione del proprio desiderio. Se tale disamina è corretta, un atteggiamento indulgente nei confronti di un assetto funzionale erotico è in conflitto con la purezza.

Uno degli scopi principali di un simile studio consiste nella valutazione biologica tout court degli effetti di questo stato, e non soltanto nei termini classici dell’adattamento psicologico e magari dei correlati neurofunzionali del cervello che “pensa in modo puro” e si suppone sia in uno “stato di purezza”.

 

Notule

BM&L-16 aprile 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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